La materia fallimentare ha finalmente trovato la via di uscita, superando strumenti rigidi e limitanti imposti dalla Legge Fallimentare, che spesso avevano come unico esito quello della dichiarazione dello stato di insolvenza che porta al “fallimento”. Termine, quest’ultimo, che è stato completamente eliminato dal nuovo Codice.
Il D.Lgs 14/2019 che contiene il testo del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, per brevità CCII, dopo numerosi rinvii, entrerà in vigore il prossimo 15 Luglio 2022.
Il nuovo codice sostituirà la Legge Fallimentare (R.D. 267/1942) con un principio nuovo: dare priorità alla salvaguardia dell’attività imprenditoriale e quindi preferire le proposte che mirino al superamento della crisi garantendo la continuità aziendale, anziché la cancellazione dell’impresa dal tessuto produttivo italiano. Eliminata la rigidità della precedente fonte normativa, il CCII adotta un approccio fondato sulla prevenzione, creando un sistema più flessibile, che permette all’imprenditore di individuare ed affrontare in modo attivo e tempestivo lo stato di crisi o lo stato di insolvenza, attraverso una serie di strumenti.
Una genesi travagliata per il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
Inizialmente, al netto di alcune previsioni relative al codice civile in materia di assetto organizzativo dell’impresa, già in vigore dal 16 Marzo 2019, il CCII doveva entrare in vigore il 15 Agosto 2020. A causa della crisi pandemica da COVID-19 il legislatore rinviò l’entrata in vigore al 1° Settembre 2021 in quanto il kit normativo allestito non risultava efficiente a fronteggiare la fase di ripresa economico – finanziaria delle attività. Successivamente, un decreto correttivo, l’adozione della Direttiva Europea 2019/1023 e la nascita di una nuova procedura hanno obbligato il legislatore a fissare un nuovo termine (imprescindibile) per l’entrata in vigore del nuovo testo, il 15 Luglio 2022.
Le principali novità per il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
Procedure Concorsuali, si esce dai tribunali
In precedenza le procedure concorsuali erano solamente 4. Ad oggi, quelle esistenti sono ancora presenti e in aggiunta sono state previste delle procedure a carattere stragiudiziale, dove il compito del tribunale di riferimento è minimo, a volte anche nullo. Il prerequisito per accedere alle procedure stragiudiziali è agire attraverso una serie di strumenti preventivi che intervengono prima della crisi d’impresa.
Strumenti di regolazione della crisi, cosa cambia e come
Gli attuali strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza sono:
- la composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa,
- gli accordi,
- il concordato preventivo,
- la liquidazione giudiziale (ex fallimento),
- le procedure di sovra-indebitamento (che è riservata ai soggetti esclusi dalle procedure di concordato e liquidazione),
- la liquidazione coatta amministrativa,
- le amministrazioni straordinarie delle grandi imprese in stato di insolvenza.
Con l’introduzione del CCII, vediamo quali sono le principali differenze con la legge fallimentare.
L’eliminazione del sostantivo “fallito”.
Ora non si sentirà più parlare di soggetto “fallito” o di “fallimento”, perché si è preferito eliminare questi termini, evitando fenomeni di discriminazione nei confronti dell’imprenditore già preoccupato per la propria situazione economica, finanziaria e patrimoniale.
L’esplicita richiesta delle misure protettive sul patrimonio del debitore.
Il nuovo testo obbliga l’imprenditore a farne richiesta nella domanda di accesso alla procedura, per evitare l’avvio di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio dell’impresa da parte dei creditori.
La composizione negoziata assistita.
Si tratta di una procedura nuova. A seguito di un “alert” inviato all’organo amministrativo da parte dei revisori legali o dei creditori pubblici qualificati, riguardante una probabile crisi o insolvenza, l’imprenditore ha la facoltà di adottare un piano di risanamento redatto con l’ausilio di un esperto per superare un’eventuale situazione di squilibrio economico-finanziario.
Maggiori tutele per l’imprenditore e per l’azienda sono i presupposti del nuovo Codice.
Possiamo aspettarci una disciplina meno rigida della materia, a seguito della quale dobbiamo porre una maggiore attenzione ai segnali d’allarme di una possibile crisi d’impresa e mettere in atto tutte le azioni per contenerne gli effetti, giovando degli strumenti presenti dalla nuova normativa.
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