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Le 3 leve fiscali per ottimizzare il risultato 2025

Il quarto trimestre (Q4) non è semplicemente la fase finale dell’esercizio contabile; è il momento cruciale in cui la pianificazione fiscale si traduce in azioni concrete che possono significativamente influenzare il risultato netto d’impresa e la liquidità disponibile per l’anno a venire.

In un contesto economico italiano dinamico, caratterizzato dalla mancanza di riforme tributarie strutturali e dalla frenata della spinta verso la pianificazione industriale a lungo termine, i dirigenti d’azienda devono agire strategicamente entro la fine di dicembre 2025. Ignorare le opportunità dell’ultimo trimestre significa rischiare di pagare imposte maggiori e perdere l’accesso a incentivi preziosi.

Di fronte a un panorama fiscale che preannuncia maggiore pressione, la proattività strategica è quindi l’unica via per proteggere il margine operativo.

Ecco le tre leve fiscali attuabili nel Q4 per massimizzare il risultato 2025 e prepararsi al 2026, sulla base delle ultime notizie di economia aziendale in Italia.

L’IRES Premiale: La Leva del Reinvestimento Certificato

L’IRES premiale rappresenta la principale opportunità del 2025 per ridurre l’aliquota IRES dal 24% al 20%. In un contesto in cui si concretizza l’aumento dell’IRES nel 2026, questa agevolazione assume il valore di una “polizza di difesa” per la redditività aziendale.

Azioni strategiche immediate 

Pianificazione Utile 2024 

Verificare che almeno l’80% dell’utile 2024 sia stato accantonato in apposita riserva e sia destinato a investimenti rilevanti.

Investimento Minimale

Impegnare la spesa per investimenti in beni 4.0/5.0 che superi la soglia minima richiesta.

Incremento Occupazionale

Formalizzare le assunzioni a tempo indeterminato necessarie per raggiungere l’incremento occupazionale minimo richiesto (almeno l’1% della media 2024), che contribuisce a sbloccare l’aliquota ridotta.

L’IRES premiale è un meccanismo virtuoso che favorisce l’autofinanziamento e la crescita stabile. Agire sul Q4 definendo il piano di investimenti e assunzioni è cruciale, poiché il mancato rispetto di una sola condizione (es. la distribuzione prematura dell’utile accantonato) comporta la revoca del beneficio con recupero d’imposta.

Transizione 4.0 & 5.0: bloccare gli incentivi 

I crediti d’imposta per gli investimenti tecnologici e sostenibili (Transizione 4.0 e Transizione 5.0) sono la leva di compensazione più efficace. La loro gestione nel Q4 è vitale, data la tendenza governativa a ridurre o rendere più complessi tali incentivi.

Azioni Strategiche Immediate

Investimenti 4.0 (Materiali)

Per gli investimenti in beni strumentali materiali 4.0 (macchinari interconnessi), è necessario emettere l’ordine e versare un acconto di almeno il 20% entro il 31 dicembre 2025. Questo “prenota” l’aliquota vigente (es. 20% per la prima fascia di investimento) anche se l’interconnessione e la consegna avverranno nei primi mesi del 2026.

Transizione 5.0 (Efficienza Energetica)

Con aliquote che possono arrivare fino al 45%, la 5.0 è l’incentivo più generoso, ma più complesso.

Priorità alla Certificazione

Avviare la procedura per ottenere la certificazione ex ante da parte di un tecnico abilitato (ESCo), attestando il risparmio energetico. Questo passaggio è la pre-condizione per l’accesso.

Cumulabilità

Coordinare il credito 5.0 con altri incentivi (es. ZES Unica), assicurandosi che non venga coperto lo stesso costo due volte, per massimizzare il ritorno totale sull’investimento.

Deduzioni e Tutele Patrimoniali

Le incertezze sulla Manovra 2026 toccano anche il patrimonio personale e le locazioni, rendendo necessarie strategie di tutela e deducibilità a fine anno.

Ottimizzazione Deducibilità Q4

Anticipazione Costi Deducibili

Valutare l’anticipo di spese (es. manutenzioni ordinarie e riparazioni nel limite del 5% dei beni ammortizzabili) che sarebbero state sostenute a gennaio 2026.

Welfare e Fringe Benefit

Sfruttare i massimali di esenzione per i fringe benefit ai dipendenti (totalmente deducibili per l’azienda) come forma di aumento retributivo efficiente, prima di eventuali modifiche.


Il 2025 si chiude con l’obbligo di agire con prontezza. La strategia fiscale deve capitalizzare sulle certezze del 2025 per costruire una difesa contro la futura pressione fiscale.

Per il dirigente, l’errore più grande è improvvisare. 

L’ottimizzazione fiscale di fine anno non può limitarsi a un mero calcolo contabile, ma richiede una consulenza integrata che valuti l’impatto di ogni singola scelta su Corporate, Tax e Compliance. Affidarsi a consulenti esperti consente non solo di ridurre il carico fiscale, ma di trasformare gli oneri in investimenti strategici per il futuro dell’azienda.

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